Clivus “Hethea” Civitatis (Appellatae)
Con questo titolo si è voluto cercare, senza presunzione, superare le genericità e le tendenze di “clonare” nomi, dati e strutture di questo genere. Si è azzardato una specie di “alchimia verbale”, evocatrice delle morfologie del luogo: CLIVUS sta per collinetta, dolce pendio e anche salita; uno sguardo alla storia con il termine HETHEA e CIVITATIS, richiamando lo spirito di genti insediatesi, in epoche preistoriche, lasciando orme ancora visibili e sepolte sotto la corteccia del tempo e, abbandonato per un attimo, il filo radente della storia, immergersi in figure ed avvenimenti fantastici o mitologici. In questo collage di termini, che “sottointendono” e che sono l’ invito di un discorso che continua con “ appellatae”, abbiamo provato di unire questa lingua latina, in una terra di latinità arcaica e classica, con le lingue inglesi che, per la sua universalità, caratterizza i tempi come, prima, la latina.
“Clivus Hethea” che alcuni studiosi hanno posto insieme o in alternativa al nome detto al popolo dei Pelasgi; civiltà che emigrò, intorno al IV Millennio A.C. dell’ ANATOLIA, Siria, Arcipelago greco, Italia meridionale fino alla Sardegna, stabilendosi, si suppone, in gran parte del territorio ciociaro. Etimologicamente, come afferma DE CARA, che a seguito il popolo nella sua migrazione attraversò l’ Armenia, Anatolia, la Siria, e l’ Arcipelago greco.
(Si vede lo scritto del PADRE C. DE CARA:” GLI HETHEI -PELASGI. Ricerche di storia e di Archeologia Orientale Greca ed Italica. Roma, 1902)
Il nome “ Hethei” e “ Pelasgi” significa “pellegrini” o “raminghi”.
Con il termine CIVITATIS (DA CIVITATIS) si è voluto richiamare il toponimo che da il nome alla nostra Contrada e Via: Civitella, alludendo alla presenza di antiche mura, qui non “ciclopiche”, come ad Anagni, Ferentino, Alatri, Arpino etc., che fanno pensare all’ esistenza, in epoche preistoriche, di un luogo fortificato o un segnalatore di Confini.
Occupavano prevalentemente zone collinari, per esigenze strategiche e divinatorie. Essendo poi un popolo stanziale e logico che occupassero aree con abbondanza di acque. Come in quasi tutta la Ciociaria, la presenza di corsi d’ acqua di sorgenti, è caratteristica anche del nostro territorio. Tutta l’ area geografica gode della presenza di numerose sorgenti sparse nelle valli e di due corsi d’ acqua, certamente, in epoche remote, con percorsi e configurazioni diverse, il torrente Amaseno ed il Liri che quasi circondano tutto il vasto Colle di Civitella e tutte le aree sottostanti.
Mure ciclopiche, poligonali o pelasgiche
Dando solo un ulteriore chiarimento a ciò che già si è accennato sulle popolazioni HETHEE-PELASGICHE, in base a studi, in verità scorsi, sembra essere stato un popolo dedito alla agricoltura e quindi non nomade.

I loro insediamenti erano stretti da grandi mura ciclopiche, fatti da grandi massi uniti gli uni agli altri senza malta e accanto ad esse, all’interno e all’esterno dellla zona protetta, altri massi più piccoli, come nel nostro caso qui a civitella, tali da definire i confini, garantire la resistenza e inamovibilità dei terreno coltivati a terrazzamenti, contro ogni sorta di fenomeni atmosferici, idrogeologici, tellurici, ecc.

Tali strutture sono un segno di una “Cultura” trasportata dal mondo Ellenico Medio - Orientale, esempi di una vera e propria “architettura” già nel Neolitico e dal concetto di “proprietà privata “ e del rispetto dei confini. Il Colle, dove è sorto l'Agriturismo, si trova in una posizione geografica centrale, a circa 400 s.l.m., nel territorio del comune di Monte San Giovanni Campano, delimitato dal torrente Amaseno, nella parte Ovest, e dal fiume Liri a sud. Chiamato anche, oltre Colle Civitella, Colle San Nicola, per la presenza di una antica chiesa oggi scomparsa. Dal Colle lo sguardo abbraccia una buona parte del territorio ciociaro che si estende a sud-est di Roma, oltrepassando i Colli Albani, fino ai confini con l’ Abruzzo ed il Molise. Una posizione strategica da come lo spettacolo di colori e sfumature, nella sua prospettiva aerea, in qualsiasi ora del giorno, lascia lo spettatore affascinato. Una vasta eterogeneità di elementi: colline con ondulazioni morbide o aspre sulle quali, in gran parte, splendono di colori ocra continui di paesi o borghi nati sui resti e schemi di antiche civiltà, immersi nel verde in cui dominano gli ulivi, i mandorli, i lecci, le querce.

Lo sguardo senza placarsi e quasi a planare nelle pianure, coi percorsi da corsi d’ acqua, che caratterizzano la piana del Cassinate e dove lì il fiume Liri che, in forte, lambisce il territorio di Monte San Giovanni Campano, prevale il nome di Gari per mutarsi in Garigliano al confine con la Campania. Così, volgendo lo sguardo a nord-nord-est, la piana del territorio di Sora, pervasa dal Liri e dal Fibreno, che sale fino agli Appennini che segnando la Val di Comino, segna il confine con la parte dell’ Abruzzo col Parco Nazionale; zona disseminata da antichi paesi e borghi come Pescosolido, Posta Fibreno col suo lago, Alvito, Settefrati, Atina, San Donato Val di Comino, e così via.
Per quasi 360° tutto il paesaggio sembra essere racchiuso da colline, dai pre-Appenini, dagli Appenini: Monti Lepini a sud ovest con gli Aurunci e gli Ausoni che degradano fino sul versante costiero del mar Tirreno con la provincia di Latina; Gli Ernici che seguono il confine con l’ Abruzzo; il gruppo delle Mainarde tra la Ciociaria, l’ Abruzzo e il Molise. Ciò a grandi linee, lasciando al turista o all’ ospite la curiosità, la voglia di conoscere o di scoperta. I centri più importanti della storia e della cultura ciociara possano da qui, essere ammirati e raggiunti con facilità: Veroli ed Alatri con le loro mura poligonali, le cattedrali, gli antichi borghi e le Abbazie di Trisulti e Casamari; Monte San Giovanni Campano con il suo castello mediovale con torri quadrate, le chiese, le antiche vie e viuzze e le orme di San Tommaso d’ Aquino; Isola del Liri con la sua cascata spettacolare e dove il fiume Fibreno si unisce col Liri; Arpino, patria di Cicerone e altri illustri personaggi, da sempre centro di cultura Latina; con la sua Acropoli, nella parte più alta detta Civitavecchia dove sono presenti le antiche mura ”Ciclopiche” risalenti all’ età Volsca.
Filosofi, mistici, poeti, hanno cercato la “sacralità” che abita nella Natura. Ad essi la Natura ha concesso loro quasi di accostarsi, con animo da bambino, quasi mitico, ai propi tesori, celesti ai più distratti. Ne sono uscite tra il reale e l’irreale sulle, cose del mondo, le cose ordinarie plasmate dall’acque, dal fuoco, dal vento; fotogrammi che entrano nella mente e immortalati, generatori di altre sensazioni e di emozioni in una catena infinita. Anche un titolo, una frase, come il titolo dato al nostro Agriturismo, ha riesumato un “mondo” e generato una reazione a catena dove lo sconosciuto diventa visibile. Lassù, dov’è Colle Civitella, storia e poesia intrecciano un dialogo sul filo di una traccia e ridanno voce al passato remoto. Qui, beato viaggiare, guidati dallo spirito, e la realtà si trasforma: basta una parola magica per far cantare le cose.
Macerie di vita sepolte nelle tombe, riesumano e si trasformano...
a cura di Alvaro C. |