LA CIOCIARIA
Nella Terra di Ciociaria, al di là dell’industrializzazione, della cementificazione, esistono, quindi, gioielli lasciati in eredità da antichi, filosofi, teologi, poeti e letterati, semplici artigiani cultori del bello, costruttori rispettosi dell’ ambiente, come nel caso di questa struttura. Gioielli, in gran parte, sconosciuti al grande pubblico: non solo le grandi Abbazie, ricordate, con l’ aggiunta di Montecassino; le grandi chiese e cattedrali, ma anche i piccoli borghi, i paesini arroccati, le fonti e le sorgenti con bocche e lavatoi di marmo intarsiato e scalfito, di cui e pieno il territorio; le tracce di mura gigantesche dette “pelasgiche” o “ciclopiche” o “poligonali” o, anche, forse impropriamente “Saturnie”, in riferimento ad alcuni centri come Arpino; ruderi sparsi, di ogni epoca storica, su monti, colline e pianure, (la Via Latina); i ritmi, il folclore, le “cioce”, i colori e le verità del paesaggio dominato dal verde che in tutto il territorio di Monte San Giovanni Campano, compreso la nostra Contrada Civitella, si caratterizza col verde scuro del “sacro olivo”, del bianco di mandorli in primavera e non ultima, le salubrità dell’ aria collinare incontaminata.
Spesso l’ esaltazione di queste cose naturali e semplici, libere da ogni strumentalizzazione tecnologica e aggiustamenti urbanistici spesso non conformi e in armonia con la bellezza del territorio, sembrano essere considerate in un ottica solo consumistica, commerciabile e così non vengono adeguatamente pubblicizzate al “turista moderno” che, spesso, cerca non ciò che è globalizzato o risaputo, ma un qualcosa di diverso, magari letto nei libri o impresso in antiche stampe e obliato, per sentirsi a proprio agio dal punto di vista emotivo e spirituale. Vuole riscoprire il dimenticato, il nascosto, fuori dal conformismo, generatore di arricchimento.
Ciociaria, è terra da riscoprire, considerando un passato, storico-culturale, non inferiore ad altre realtà italiane. Un passato un po’ dimenticato e trattato in riferimento alla storia di Roma e, spesso, quasi rimosso dagli stessi ciociari. Ci pare significativo quanto lo scrittore frusinate Antonio Giulio Bragaglia, con toni critici, sottolineò:- Quando i macigni dei Volsci erano bianchi di pietra appena tagliata, la Valle del Tevere era un pantano misto alle Paludi Pontinie e la terra erge l’ alma Roma risuonava di rane-. Senza parlare di grandi personaggi come Cicerone, Caio Mario, Tommaso d’Aquino, Cesare Baronio o i luoghi dello spirito della cristianità, non a caso scelti da San Benedetto e mistici di ogni tempo, fondando le già citate Abbazie: Trisulti, Casamari, Montecassino.
I Ciociari sono i discendenti delle prime genti Italiche, che, come già accennato, di popoli venuti prima della civiltà prefenicia e preellenica come, appunto, gli Hethei-Pelasgi.
TRA COLLINA MONTAGNA E MARE
Oltre i monti Lepini, gli Ausoni e gli Aurunci e con la catena degli Ernici, circondano e quasi racchiudono tutto il territorio ciociaro, il Mar Tirreno. E’ la costa pontina che abbraccia località balneari con coste lineari e rocciose, anch’ essa piena di storia e preistoria, nonché di bellezze paesaggistiche e architettoniche con riferimenti poetici- letterari tra storia e mitologia: Sabaudia, San Felice Circeo, Terracina, Fondi, Sperlonga, Formia fino al golfo di Gaeta.
*Giungere in quelle località, che dal nostro colle distano non più di 60 /70 KM, diventa un itinerario possibile e affascinante per la varietà del paesaggio che si attraversa. |